Non sempre vale la pena scommettere su delle parole chiave secche con un alto volume di ricerca. Molto spesso, infatti, la soluzione vincente è quella di usare le long tail keyword. Ma cosa sono, e come si usano?
Al momento della stesura del calendario editoriale di un blog aziendale non si scelgono solamente gli argomenti che si tratteranno nelle successive settimane. No, ogni buon copywriter SEO, in quel momento, deve scegliere anche quelle che saranno le parole chiave attorno alle quali verranno costruiti tutti i post. I fattori da tenere in considerazione, in questo senso, sono davvero molti, da soppesare insieme alla tipologia di articoli che si desidera realizzare.
In alcuni casi è conveniente scegliere delle parole chiave con un alto numero di ricerche, con tanta concorrenza e sì, con un alto livello di difficoltà: raggiungere le prime posizioni sulla SERP di Google non sarà certamente facile, ma con una buona ottimizzazione SEO onpage e offpage è possibile conquistare una bella fetta di traffico. In altri casi, invece, è d’uopo optare per delle parole chiave meno performanti, ma molto più specifiche. Sto parlando, ovviamente, delle long tail keyword. Ne hai mai sentito parlare?
Oggi ti spiegherò tutti i motivi per i quali queste particolari parole chiave dovrebbero entrare a far parte a pieno titolo della tua attività di copywriting SEO. Ma non è tutto qui: oltre a dimostrarti al loro importanza, ti spiegherò come usare le long tail keyword nel modo corretto, così da aumentare il tasso di conversione del tuo sito web.
Cosa sono le long tail keyword?
Prima di spiegare in che modo dovresti usare le long tail keyword, quindi, andiamo a vedere più in profondità quale è la loro natura. Partiamo da una brevissima nota lessicale: il primo ad usare in questo senso il termine ‘long tail’ è stato Chris Anderson, 12 anni or sono. I natali di questo termine si trovano infatti in un articolo con la sua firma pubblicato su Wired, nel quale si parlava per l’appunto di tutti quei piccoli avvenimenti poco frequenti, i quali, nonostante tutto, «possono oltrepassare quanto a numero oppure a importanza la porzione iniziale della curva, di modo che, presi tutti insieme, arrivano a formare la maggioranza». Senza avere sotto gli occhi un bel piano cartesiano, però, questa frase è quantomeno criptica. Ecco dunque che ne prendo in prestito uno dal mitico Neil Patel, grazie al quale potrai capire in un battito di ciglia di cosa stava parlando nel 2004 Chris Anderson e di cosa stiamo parlando noi, adesso:
A sinistra possiamo vedere tutte le parole chiave secche, composte quindi da uno, due o tre termini. I volumi di ricerca sono alti, talvolta altissimi, così come sono alti anche i dati relativi alla concorrenza e al costo per click. A destra, invece, la linea scende sempre di più fino ad assestarsi su una ‘lunga coda’ di parole chiave – le nostre povere e al tempo stesso preziose long tail keyword – le quali sono composte da 4 o più termini. I volumi di ricerca, quaggiù, sono bassi, ma ci sono tanti altri vantaggi che spiegherò tra qualche paragrafo.
Ora, in ogni caso, hai capito cosa sono le long tail keyword: si tratta di peculiari parole chiave composte da 4 o più termini, molto specifiche, con dei volumi di ricerca bassi. ‘Copywriter‘ è una semplice parola chiave, con un volume di ricerca spropositato e una concorrenza spaventosa; ‘Copywriter Trento per blog aziendale‘, invece, è una chiave di ricerca a coda lunga, con un volume di ricerca ridicolo.
Ecco, usare le long tail keyword significa investire le tue energie nel realizzare dei contenuti intorno a delle parole chiave poco performanti. Ma perché diavolo dovresti farlo, dunque? No, tranquillo, non è un passatempo: scrivere dei long tail article per il tuo blog aziendale non è un esercizio fine a se stesso, non è un hobby per soli copywriter SEO invasati. Anzi, queste lunghe parole chiave possono diventare il punto di forza del tuo sito web.
Perché dovresti usare le long tail keyword?
Puntare su ‘hotel Milano con servizio navetta’ anziché semplicemente su ‘hotel Milano’; o su ‘vestito lungo rosso con spacco’ invece che su ‘vestito rosso’. Perché farlo? Ebbene, partiamo dando un’occhiata alle cifre – anche nel copywriting, infatti, prima o dopo arriva il momento dei numeri. Devi dunque sapere che, sul totale delle ricerche effettuate dagli utenti sui motori di ricerca, le parole chiave composte da termini singoli attirano circa il 10% delle ricerche. Le query composte da due o da tre parole si portano via un altro 15%. Tutto quel che resta, ovvero un grandioso e impossibile da trascurare 75%, è composto da long tail keyword. Come far finta di non vederle? Come rinunciare a tutte quelle ricerche mirate degli utenti?
Eppure, molto spesso, i copywriter SEO decidono di non degnare nemmeno di uno sguardo queste parole chiave, colpevoli di essere lunghe, di essere poco ricercate e di essere, come se non bastasse, difficili da gestire. Tutto vero. Non fosse che, molto spesso, gli stessi copywriter che rinunciano alle code lunghe si trovano a combattere inutilmente contro dei veri e propri colossi, sputando sangue intorno a parole chiave altamente competitive, le quali magari, nella maggior parte dei casi, non garantiscono nemmeno un ROI sufficiente per giustificare tutti quegli sforzi.
Ecco dunque il primo cruciale motivo per il quale dovresti usare le long tail keyword: intorno a queste paroline magiche c’è molta meno concorrenza. Intorno a me ci sono tanti, tantissimi colleghi che lavorano notte e giorno per conquistare la prima posizione per query come ‘copywriter’, ‘webwriter SEO‘ e ‘web writing‘. Ma in quanti stanno lottando con lo stesso ardore per la parola chiave ‘Copywriter Trento per schede prodotto‘? Te lo dico io: nessuno, o quasi. E questo a fronte di una parola chiave estremamente più specifica, il che ci porta dritti dritti alla seconda ragione per la quale dovresti usare le long tail keyword.
Queste lunghe parole chiave, pur caratterizzate da volumi di ricerca talvolta infimi, garantiscono un maggior tasso di conversione. Chi scrive il termine ‘scrittura’ della barra di ricerca su Google non sembra avere delle intenzioni che mi possano realmente interessare. Ma se quella stessa persona immettesse una query come ‘scrittura articoli SEO per sito aziendale‘ beh, ci ritroveremmo ad avere a che fare con tutt’altro intento di ricerca.
Pensa ad un utente che scrive semplicemente ‘scarpe’ su Google: guardando quella query non pensiamo certo ad una persona con la mano sul portafoglio. No, pensiamo invece ad una persona che non ha dei chiari intenti di acquisto, ma che piuttosto si sta guardano intorno, un po’ come quelle persone che passano tra gli scaffali di un negozio solo per ammazzare il tempo mentre attendono l’orario del bus. Ma un utente che scrive ‘scarpe da trail running Salomon rosse numero 44’ sa quello che vuole e, probabilmente, è prontissimo ad acquistarlo.
Quindi sì, con le long tail keyword calano le ricerche, ma si alzano le conversioni: forse solo 10 utenti al giorno cercheranno proprio quelle scarpe, ma probabilmente più della metà di loro effettuerà l’acquisto!
Questo discorso non vale certo unicamente per gli e-commerce. Qualsiasi sia il contenuto che noi andiamo ad ottimizzare con una long tail keyword, infatti, potremo essere in ogni caso sicuri di offrire delle informazioni altamente rilevanti agli utenti: difficile deludere le aspettative di chi scrive su Google la query ‘come infilare piumino Ikea’ con un post con keyword ‘come infilare i piumini Ikea’, non credi?
Come usare le long tail keyword?
Bene, ora sai tutto quello che devi conoscere su queste particolari parole chiave. Ora, finalmente, puoi iniziare ad usare le long tail keyword con cognizione di causa. Prima di iniziare a scrivere il tuo contenuto, devi individuare la parola chiave che vorrai utilizzare. Per farlo, per fortuna, non sei costretto ad affidarti unicamente alle tue intuizioni: la rete ci offre un sacco di strumenti gratuiti e/o a pagamento che ti possono essere utili per trovare delle long tail keyword efficaci. Parlo di tools come SEMrush e SEOZoom (a pagamento) ma anche di ottimi strumenti gratuiti, come il Keyword Planner di Google Adwords, Ubersuggest e Answer The Public. Quest’ultimo, in particolare – oltre a vantare una grafica estremamente divertente, che non guasta mai – offre tantissime idee diverse, ordinando le long tail keyword in domande, in preposizioni e via dicendo.
Ma non è tutto qui. Una volta individuata la long tail keyword da utilizzare, è necessario fermarsi un momento e, prima di iniziare a picchiettare sulla tastiera il tuo testo, pensare attentamente a quello che sarà il destinatario del contenuto che si andrà a realizzare. Certo, questo è un passo fondamentale per la creazione di qualsiasi contenuto per il web, ma lo è ancora di più per chi si accinge ad usare le long tail keyword. Un testo per un blog aziendale, per una pagina istituzionale o per una landing page costruito intorno ad una long tail keyword che attira il pubblico sbagliato, infatti, può trasformarsi in un enorme fallimento.
Dopo questi due step preliminari si può iniziare la scrittura del contenuto per il web. E, qui, finalmente, anche per le long tail keyword valgono le medesime regole che si applicano in ogni caso nel SEO copywriting: la parola chiave deve essere presente nel tag title, nella meta description, nella URL, nei vari headings, e sì, ovviamente anche nel corpo del testo e nel tag alt delle immagini. Insomma, per quanto riguarda l’ottimizzazione onpage di un long tail article, si devono seguire i soliti tip del copywriter SEO, né più, né meno, stando attenti, come sempre, a non esagerare, e a inserire in modo naturale le parole chiave nel testo.
Conclusione
Ora non ti resta che usare le long tail keyword per la produzione dei tuoi prossimi testi per il web: non devi aspettarti vagonate di traffico ma, se avrai fatto bene i compiti, potrai certamente veder atterrare sul tuo sito web un bel po’ di utenti altamente motivati e interessati alla tua offerta!